Mare Adriatico batte Mar Nero 6-0

(da  Si Forma, Si Deforma, Si Modella – 2011)

Durata della partita: ultimo mezzo milione di anni circa.
Terreno: ghiacciato con neve sugli spalti (durante gli intervalli glaciali).
Spettatori: poche migliaia circa, e tutti negli ultimi istanti della partita.
Tempo variabile, a tratti molto nuvoloso con precipitazioni a carattere nevoso.
Marcatori: nel primo tempo Chiarsò e Bombaso; nella ripresa ancora Chiarsò e, nell’ordine, Fella, Bût e Raccolana allo scadere.

 

 

La partita è stata giocata nell’ultimo mezzo milione di anni lungo la fascia dell’attuale confine italo austriaco e, in parte, italo-sloveno. L’oggetto della contesa era costituito dai territori di spartiacque tra i bacini idrografici del Mare Adriatico e del Mar Nero. Il risultato finale ha decretato la conquista di ampi tratti di territorio da parte dei Torrenti Bût, Chiarsò, Bombaso, Fella e Raccolana, tutti appartenenti alla compagine del Mare Adriatico, capitanata dal Fiume Tagliamento.  I settori di confine sono stati strappati alla squadra del Mar Nero (Capitano Fiume Danubio) con un gioco piacevole e a tratti spumeggiante. Durante tutta la partita la squadra del Mar Nero ha subito l’impetuoso attacco erosivo dei nostri che la difesa ospite non è riuscita a contenere, nonostante l’impegno dei suoi più tenaci elementi, Fiume Gail e Torrente Slizza – Rio del Lago.

Questa la successione delle méte. Nel primo tempo, 500.000 anni fa circa, Chiarsò e Bombaso mettono a segno i primi risultati conquistando due segmenti vallivi per un totale di 25 km² erosi al Mar Nero e convogliati verso il Mare Adriatico. Uno spettacolare contropiede, di poco successivo all’exploit del Torrente Bombaso, viene condotto a sorpresa dal Torrente Bût che con successo strappa  alla Gail l’intera valle estesa fra Timau e il Rifugio Marinelli, a ridosso dei Monti Crostis e Coglians, per un totale di altri 20 km². Tanto è bastato per fiaccare psicologicamente l’avversario che è andato al riposo con un parziale scomodo da rimontare vista la ripidità dei versanti perduti.

Nella ripresa, 200.000 anni fa circa, è nuovamente il Torrente Chiarsò a ribadire la supremazia della propria squadra con un’azione molto simile alla precedente: un affondo che, sulla scia della passata conquista, porta il Mare Adriatico ad ampliare ancora il proprio dominio allargandolo di altri 5 km². Trascorrono altri 100.000 anni e il Mare Adriatico, con i suoi elementi più impetuosi, continua a premere là dove le montagne si fanno più alte e difficili. Le punte più avanzate, Chiarsò e Fella, organizzano un’azione congiunta mettendo a segno un attacco contemporaneo lungo le rispettive zone d’influenza. Gli iniziali crinali di spartiacque sonocostretti ad arretrare sotto la pressione dell’iniziativa adriatica. Il Torrente Chiarsò prosegue il suo affondo lungo la sua abituale fascia centrale di gioco. Si infiltra tra i tributari del Mar Nero respingendoli verso nord e conquistando altri 6 preziosi km² di territorio. In 200.000 anni questo attaccante è riuscito ad ampliare il suo bacino di ben 20 km²!

Contemporaneamente, sul fronte orientale, il Fiume Fella con impeto sfonda un diaframma di spartiacque di primaria importanza che fino a quel momento aveva resistito a ogni assalto: la chiusa di San Leopoldo, nei pressi di Pontebba.

Per la squadra del Mar Nero è la disfatta. I suoi elementi di punta, ormai allo stremo delle forze, cedono all’assalto dell’avversario tecnicamente e fisicamente superiore, arretrando rapidamente fino alla Sella di Camporosso con una ritirata di quasi 15 km. Quest’azione, la più importante imbastita dall’attacco adriatico negli ultimi 100.000 anni, porterà ad un ampliamento del bacino idrografico del Fiume Tagliamento di oltre 50 km², con l’acquisizione dell’intera Val Canale. Infine, poche decine di migliaia d’anni fa, in zona Cesarini, un attimo prima della chiusura della partita, ulteriore punto messo a segno dalla squadra adriatica ai danni della quotata avversaria.

È stata la volta del Torrente Raccolana, mediano ancora non molto conosciuto ma promettente, che ha sferrato l’ennesimo colpo, beffando il diretto avversario Rio del Lago (denominazione del tratto iniziale del Torrente Slizza). L’azione si è svolta presso Sella Nevea e i ripiani del Montasio e ha sottratto un’area di quasi 20 km² al dominio del Mar Nero, verso il quale le acque venivano convogliate seguendo il percorso Ripiani del Montasio-Sella Nevea-Rio del Lago-Torrente Slizza-Fiume Gail-Fiume Sava-Fiume Danubio.

Il risultato complessivo premia la tenacia degli elementi dell’affiatata compagine adriatica che, nell’arco dell’intera partita (mezzo milione di anni), giocata attraverso tre glaciazioni (Mindel, Riss e Würm), due intervalli interglaciali (Mindel/Riss e Riss/Würm), una fase tardo-glaciale e un intervallo post-glaciale hanno strappato alla compagine del Mar Nero un’area vasta in pianta oltre 120 km², attraverso sette azioni da manuale tutte andate puntualmente a segno.

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