De Conodontibus

Guardando all’indietro
nel tempo che fu
trecento milioni
di anni e ancor più

troviamo una bestia
invero assai strana
nel fondo dei mari
d’età ordoviciana.

Non brutta nè bella
bizzarra semmai
nuotava nell’acqua
stancandosi mai.

Suo unico orgoglio
prestigio e vanto:
la bella dentiera
che amava tanto!

due file perfette
di denti bruniti,
il dolce sorriso
lasciava stupiti.

Purtroppo un difetto
avea la bestiola:
perdeva i bei denti
ridendo da sola!

Cadendo di bocca
giungevan sul fondo
girando e vagando
pei mari delmondo,

e insieme alle argille
calcaree (micriti)
formarono spesso
depositi ambiti.

Ambiti da quelli
(i cerca dentiere)
che con questi resti
dividon le Ere.

Allora gli strati
sòn fatti a pezzi
con mazze martelli
e ancor altri attrezzi;

e portano a casa
blocchi e frammenti
con l’unico scopo:
la cerca dei denti!

Li rompono ancora
in tanti pezzetti
e il tutto va a bagno
in grigi vasetti

che son colmi all’orlo
d’acido e d’acqua
(e a giorni alterni
si filtra e risciacqua).

S’accumula quindi
in tali maniere
un fine residuo
di roccia e dentiere.

Con vasi ed imbuti,
con liquidi densi
(i loro vapori
fan perdere i sensi!),

con cento risorse
con mille trucchetti
si giunge ad avere
disciolti i pezzetti;

per mezzo di bekers
e filtri assorbenti
da un lato è la roccia
dall’altro i bei denti.

Da ultimo infine,
o gaudio e tripudio,
su un grigio mucchietto
inizia lo studio!

Provengon dal mare
li trovi sui monti
ognuno li chiama
ormai Conodonti,

e quei che li cercan
(con scarsi denari!)
il mondo li noma
i Conodontari.