Realizzare e leggere carte e sezioni geologiche

Un approccio alla geologia di terreno e alla sua rappresentazione cartografica

216 pagg., Dario Flaccovio Editore –  Palermo

806-DF0153
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Questo non è un testo che insegna a rilevare geologicamente un territorio. Non esistono, né esisteranno mai, testi di questo genere. Il rilevamento geologico è un “mestiere” che si impara sul campo, giorno dopo giorno, scontrandosi con i problemi reali proposti quotidianamente dai volumi rocciosi. Ciò nonostante testi come questo producono delle ricadute positive. In qualche modo, infatti, dissodano il terreno, aprono la mente e la predispongono all’osservazione, al riconoscimento dei dati, alla loro raccolta e alla trasposizione in carta, generando inoltre una capacità di analisi e di sintesi.

Nessun gladiatore, entrando nell’arena, ha mai pensato che avendo addosso la lorica, il gladio, l’elmo e lo scudo, sarebbe stato un ottimo combattente in grado di risolvere a proprio favore ogni incontro. Però nessun gladiatore si sarebbe mai sognato di scendere in campo senza protezioni e armi d’offesa. Ecco, questo testo ha la presunzione di fornirvi gli strumenti adatti ad affrontare sul terreno le vostre battaglie geologiche e di calarvi sul territorio più corazzati di quanto già lo foste.

Questo testo ha anche la speranza di essere, al tempo stesso, tanto un testo di studio – rivolto agli studenti universitari di Scienze della Terra (corsi di laurea in Scienze Geologiche, Scienze Ambientali, Ingegneria del Territorio) – quanto di consultazione per chi, da sempre appassionato di “cose geologiche”, vuole af- facciarsi sul mondo complesso e affascinante delle loro rappresentazioni simboliche: le carte geologiche e i prodotti da esse derivati.

Il volume è strutturato secondo un taglio innovativo, il cui punto di forza risiede nella focalizzazione di problemi concettuali tuttora critici o irrisolti (ad esempio, le ambiguità nelle classificazioni dei depositi sedimentari oppure le tante difficoltà insite nella trasposizione in sezione dei dati simbolici delle carte geologiche). Fanno seguito le proposte di analisi e soluzione, secondo passi logici, consequenziali e di facile applicazione.

La trattazione non entra mai nel merito di calcoli effettuati tramite equazioni o formule, lasciando questo compito ai numerosi testi, universitari e non, già in commercio da tempo. Si può aggiungere che questo testo utilizza, per larga parte delle proprie figure (disegni e fotografie), un metodo di rappresentazione che favorisce la memorizzazione dei contenuti: si tratta di immagini corredate al loro interno di scritte, indi- cazioni e suggerimenti sintetici in grado di riassumere parte dei concetti descritti nei relativi capitoli e pa- ragrafi. A quest’ultimo proposito va precisato che oltre il 90% dei contenuti di questo volume rappresenta una novità, non essendo i relativi concetti riportati e/o sviluppati in precedenti testi, italiani o stranieri. Le carte geologiche e i prodotti da esse derivate (schema stratigrafico, quadro tettonico, sezioni geolo- giche, etc.) sono la rappresentazione tascabile del territorio, ovvero delle sue forme e dei suoi contenuti. Quel medesimo territorio che è capace di ospitarci e sfamarci, farci riposare e sognare, ma dal quale, da sempre e sempre più spesso, dobbiamo tutelarci. Questo perché i monti, le valli, le pianure e le coste, con le rispettive rocce e sedimenti che stanno perennemente sotto, sopra e intorno a noi, al di là dei loro colori, altezze, estensioni, giochi di luce e ombra, quasi sempre ci risultano dei perfetti sconosciuti.

È per tale carenza di conoscenza che tendiamo a ignorare e maltrattare tutto questo, con crescente noncu- ranza e incuria. Ciò che non si comprende non si ama, ciò che non si ama facilmente si trascura e inevitabilmente si oltraggia e devasta. Questo testo, nel suo piccolo, ha anche l’obiettivo di aumentare la comprensione del territorio, con la spe- ranza che l’equazione conoscenza = tutela spontanea abbia sempre maggior presa, efficacia e diffusione. Un’ultima importante indicazione. Nel volume sono presi in considerazione solo territori le cui successioni risultano formate da depositi sedimentari con, al massimo e in aggiunta, delle sottili intercalazioni di rocce vulcaniche. Non sono dunque trattati i territori con ammassi magmatici intrusivi (i magmi solidificati in profondità all’interno della crosta terrestre e successivamente sollevati ed esposti a giorno) né quelli con basamenti metamorfici (antiche rocce modificate nelle profondità della crosta terrestre da pres- sioni e temperature elevate). Questi contesti, dai caratteri particolari, per un geologo rilevatore aprireb- bero scenari complessi che richiederebbero approfondimenti non previsti dalle finalità di questo volume. Il testo inizia col prendere in esame i depositi sedimentari, evidenziando le diffuse incongruenze e i vari errori insiti in tutte le classificazioni riportate dai volumi – tanto della scuola dell’obbligo quanto dei corsi universitari e, a maggior ragione, da quelli divulgativi – che trattano quest’argomento. A tal fine, è proposta una chiave di lettura universale che si prefigge di rendere più chiaro e accessibile l’approccio a queste classificazioni, esemplificando, in parallelo, l’applicazione delle strategie empiriche che in grado di portare al riconoscimento rapido delle varie litologie sedimentarie.

I successivi paragrafi del primo capitolo trattano quelli che sono considerati i “mattoni” delle sequenze rocciose, cioè le unità litostratigrafiche, commentandone le stratificazioni, le tipologie di contatti recipro- ci e le rispettive genesi. Sono in seguito valutate le geometrie deformative delle successioni sedimentarie stratificate e le tipologie degli elementi tettonici, fragili e duttili, visti nel loro sviluppo tridimensionale e nei relativi effetti sugli ammassi rocciosi utilizzando un approccio utile al geologo rilevatore. Successivamente è esaminata l’interazione diretta tra la tettonica e la sedimentazione, nel caso la prima, creando spazi alla seconda, ne inneschi l’attivazione (tettonica sin-sedimentaria) producendo potenti suc- cessioni dai caratteri peculiari. Trattando di tettonica, il capitolo prosegue esemplificando e commentando le condizioni in cui le compressioni crostali possono portare pacchi di strati più recenti ad accavallarsi su quelli più antichi, generando delle apparenti “anomalie”.

Segue la guida al riconoscimento dei dati di terreno, alla loro misurazione tramite l’uso della bussola e alla relativa registrazione sul libretto di campagna. Sono tutti passi propedeutici che porteranno alla realizzazione di una carta geologica, argomento del ca- pitolo 2 nel quale il testo rovescia la prospettiva di approccio e, guidando il lettore all’osservazione della carta geologica, ne propone l’analisi tramite la valutazione dei singoli insiemi di dati al fine di ricostruirne gli orientamenti, i significati e le interazioni reciproche sviluppatesi attraverso il trascorrere del tempo geologico. Il secondo capitolo affronta anche la rappresentazione (simbolica) dei dati misurati sul territo- rio e trasmette i rudimenti per appropriarsi speditivamente dei contenuti essenziali di una carta geologica complessa. Un esteso capitolo è dedicato alla presentazione e discussione di quegli elementi (legende, schemi stratigrafici, quadro tettonico, etc.) posti a margine di ogni carta geologica quali indispensabili strumenti per la comprensione della stessa.

Il terzo capitolo prende in esame le cosiddette sezioni geologiche e la loro realizzazione, partendo dalla lettura dei dati presenti in carta, passando per la loro dettagliata interpretazione, e infine esemplificando, passo dopo passo, la loro trasposizione sotto e sopra al profilo morfologico. Sono discussi i metodi di correlazione dei dati proiettatati in sezione e i passi corretti da compiere – secondo l’unico ordine logico possibile – per ottenere risultati validi e privi di incongruenze. Infine, una parte considerevole di questo terzo capitolo è dedicata agli esercizi svolti, organizzati con difficoltà crescenti e, si presume, in grado di addestrare gli interessati alla trasposizione nelle sezioni geologiche di situazioni giaciturali complesse e/o ambigue, più frequenti di quanto si immagini.

Il quarto e ultimo capitolo si configura come un’appendice pratica finalizzata all’esemplificazione dei metodi universali di citazione del patrimonio bibliografico. Conoscere i criteri attraverso i quali in una tesi, in una relazione oppure in una pubblicazione scientifica si devono necessariamente citare i lavori precedenti – le conoscenze pregresse – è un irrinunciabile requisito per chiunque si accinga, nel caso spe- cifico delle carte geologiche, a redigere una nota esplicativa a commento dell’elaborato grafico.