Successione lacustre di Oltreacqua-Rio Bianco

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L’alveo del Rio Bianco e il ripiano di Sant’Antonio rappresentano, congiuntamente, una finestra aperta sul passato prossimo di questo settore. In questo punto la profonda incisione del Rio Bianco dà l’opportunità di osservare una successione sedimentaria che in altre zone del fondovalle è ormai nascosta da fitta vegetazione e coperture prative, oppure, come accaduto in località Boscoverde, è stata inesorabilmente distrutta dalle recenti antropizzazioni.

Duecento metri a monte del ponte, l’erosione del Rio Bianco ha generato una parete verticale che, in sponda destra, scende fino all’alveo ghiaioso, quasi sempre povero d’acqua. La scarpata mette in luce 6 m di limi e sabbie finissime in strati cm-dm orizzontali.

Ad essi si sovrappongono, altrettanto ben visibili, abbondanti ghiaie “clinostratificate”, ossia deposte già inclinate (circa 20°) all’origine. Mentre gli abbondanti depositi fini (limi e sabbie) rappresentano la sedimentazione di un fondo lacustre, quelli grossolani inclinati (ghiaie) corrispondono all’avanzamento di un delta nell’antico lago. Gli strati ghiaiosi, spessi da 20 a 30 cm, sono inclinati verso Est e testimoniano un avanzamento deltizio dai quadranti occidentali. Se poi, oltre alla geometria degli strati di ghiaia si prendono in considerazione anche le litologie dei ciottoli che formano il deposito, le informazioni si fanno più dettagliate.

La frequenza con la quale si ritrovano ciottoli di vulcaniti acide suggerisce che l’immissario che riforniva il delta doveva erodere estesi affioramenti vulcanici. Nel Tarvisiano questi sono rappresentati dalle vulcaniti di età triassica che affiorano nella Valle di Rio Freddo, a Sud-Ovest del sito (v. geosito Vulcaniti di Rio Freddo). è da lì che procedeva uno degli immissari dell’antico lago, il più importan- te, portando con sé i frammenti erosi dai versanti rocciosi e abbandonati poi sotto forma di sedimenti deltizi.

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