Laghi Zoufplan

Geositi025_laghi_1

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Il geosito conserva una ghirlanda di laghetti che occupano il fondo di una conca a ridosso della cima del Monte Zoufplan. Il lato posteriore della conca, coincidente con i versanti orientali del Cimon di Crasulina, è sagomato in roccia e il suo modellamento risente dell’esarazione glaciale würmiana.

Si apre e affaccia su un ripido versante inciso dagli affluenti del Rio Marasso. È probabile che l’erosione regressiva attiva alle testate di questi ultimi ne abbia ridotto l’estensione originaria.

I Laghi sono di evidente origine glaciale, anche se la forma geometrica di qualcuno tra essi potrebbe generare dei dubbi. Osservandoli dall’alto, quando il livello dell’acqua raggiunge i massimi stagionali, non può sfuggire la loro forma regolare, da rettangolare a romboidale. La distanza falsa la percezione delle dimensioni suggerendo che si possa trattare di ristagni in aree un tempo edificate e oggi occupate da ruderi della Grande Guerra, frequenti lungo la fascia di confine.

Scendendo nella conca e valutando le dimensioni del più esteso degli invasi si scopre che il suo lato maggiore supera i 120 m. Scartata l’ipotesi del manufatto diventa credibile che la regolarità dei margini lacustri sia da mettere in relazione con la presenza, nelle rocce del substrato, di due sistemi di faglie verticali (o di fratture). L’esarazione glaciale ha favorito l’asportazione selettiva delle rocce dal fondo della conca; asportazione guidata appunto dalla presenza delle particolari superfici di debolezza: le faglie (o fratture) formanti un reticolo a maglia ampia.

Le rocce della conca glaciale appartengono alla Fm. del Dimon (Carbonifero), qui rappresentata da alternanze di litologie vulcaniche e sedimentarie (arenarie e peliti, ossia originarie sabbie e fanghi, e locali brecce di esplosione vulcanica risedimentate), tutte deposte in un ambiente sottomarino mediamente profondo.

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