Conoide di deiezione del Rio Randice

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Quella del Monte di Rivo è una conca di paleo-frana generata attraverso un colossale cedimento del versante roccioso verificatosi circa 10.000 anni or sono. Intorno ai 5.000 anni fa il Rio Randìce acquistò potenza dando origine a una marcata erosione della propria zona di testata: la nicchia di paleo-frana del Monte di Rivo.

I frammenti erosi furono convogliati verso la confluenza con il Torrente Bût e lì accumulati a formare il conoide di deiezione del Rio Randice, detto anche degli Alzeri.

L’ampio ventaglio di detriti (il suo raggio supera il chilometro e mezzo) si appoggiò, nel fondovalle, a quel poco che ancora restava dell’ammasso di paleo-frana dei Monti Cucco e di Rivo, rivestendolo e seppellendolo in profondità. è per questa ragione che, in apparenza, il volume del conoide appare ben maggiore di quello delle rocce asportate per erosione dalla nicchia di frana.

Datazioni al 14C lo decretano ancora attivo nei primi secoli d.C. tanto da generare, a monte della stretta di Noiariis, generalizzati impaludamenti capaci di produrre livelli di torba limosa messi in luce dai recenti scavi per la costruzione della centrale idroelettrica SECAB.

L’effetto più sensibile indotto dall’ampliarsi del conoide di deiezione è stato, nel tratto tra Noiariis e Piano d’Arta, il progressivo spostamento del Torrente Bût verso l’esterno. Ne sono la diretta conseguenza le erosioni del Torrente Bût, tuttora attive in corrispondenza del ponte di Noiariis e, più a valle, in località Araseit (v. geosito Formazioni a Bellerophon e di Werfen lungo il Torrente Bût).

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