Alta Valle del Bût (Alpi Carniche): una storia scandita dalle acque nel tempo

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È un testo che narra tanto di rocce antichissime, a tratti tenaci e strapiombanti oppure disgraziatamente fratturate e instabili, quanto di sedimenti più recenti, a volte saldi in altri casi decisamente mobili. Ma al tempo stesso è anche una sorta di racconto che si occupa di un territorio speciale. Uno spazio fisico tridimensionale che con uguale concretezza diventa materializzazione stessa del tempo geologico, capace di accumulare in modo ordinato e progressivo i segni, naturali e antropici, del proprio lento fluire.

Da qui potete sfogliare il volume: Alta Valle del Bût (Alpi Carniche): una storia scandita dalle acque nel tempo

acqueSECABLa prima sezione – Le Acque e il Territorio – costituisce una sorta di viaggio temporale attraverso l’evoluzione geologica e geomorfologica della vallata. Un percorso alla ricerca dei presupposti naturali che hanno forgiato la valle predisponendola alla successiva colonizzazione antropica. Inoltre, attraverso il susseguirsi delle sue avvincenti tappe evolutive – iniziate quasi mezzo miliardo di anni fa – si comprende come ognuna di esse abbia portato il proprio indispensabile contributo affinché  potesse sgorgare, in quel preciso punto, la sorgente carsica del Fontanone di Timau, che costituisce il fulcro di questo volume.

storieSECABLa seconda sezione – Le Acque tra Storia e Leggende – racconta del rapporto tra Uomo e Natura, dipanatosi in un susseguirsi di colpi di scena. Un capitolo particolare sviluppa la storia di un’idea luminosa: quella perseguita dalla Società Elettrica Cooperativa Alto Bût (SECAB) e condotta attraverso una duplice sfida: contro un sistema socio-economico inizialmente ostile e verso un territorio instabile e denso di insidie.
Completano la rassegna le leggende, i racconti e le composizioni in versi (ricordiamo i contributi della Percoto e del Carducci!) che per soggetto hanno le acque dell’alta Valle del Bût e, tra queste, l’immancabile sorgente del Fontanone di Timau.
Inoltre, trattando di acque, non poteva essere trascurata la neve, silenziosa e suggestiva protagonista che per molti mesi all’anno riveste le cime più alte nell’attesa di rinvigorire coi suoi contributi le infinite sorgenti della vallata e tra queste, quella del Fontanone.